Missioni su Venere: il pianeta ha caratteristiche simili alla Terra
La Nasa ha annunciato due nuove missioni su Venere, una dal nome Leonardo Da Vinci. Parteciperà anche l’Agenzia Spaziale Italiana
Da come riportano i colleghi de Il Mattino la NASA ha deciso di intraprendere due nuove missioni su Venere, il pianeta più vicino alla Terra e che ha molte caratteristiche simili al nostro pianeta. Infatti, da come si legge nel comunicato della Nasa, Venere potrebbe essere stato il primo mondo abitabile nel sistema solare, completo di oceano e clima simile alla Terra. Le missioni su Venere verranno lanciate nel periodo tra il 2028 e il 2030. Le missioni parleranno anche in italiano, sia per la presenza dell’ Agenzia Spaziale Italiana e sia perchè a una delle due esplorazioni è stato dato il nome del grande scienziato italiano Leonardo da Vinci.
Le missioni su Venere prenderanno il nome di DAVINCI+ e di VERITAS. La prima missione sarà un’ indagine sull’atmosfera profonda di Venere su gas nobili, chimica e immagini e misurerà la composizione dell’atmosfera di Venere per capire come si è formata ed evoluta, e vorrà verificare se il pianeta ha mai avuto un oceano. Inoltre, DAVINCI+ ci darà un immagine chiara del Pianeta più vicino alla Terra.
VERITAS invece avrà il compito di mappare il pianete e capire il perchè si è evoluto diversamente alla Terra. VERITAS andrà a studiare il fenomeno del vulcanismo e la diversa composizione rocciosa del Pianeta.
L’Agenzia Spaziale Italiana e il Centre National d’Etudes Spatiales francese contribuiranno alle missioni con i radar. L’uso delle tecnologie risulta essere fondamentale ed a sottolinearlo è stato l’amministratore di NASA per la scienza, Thomas Zurbuchen con le seguenti parole:
«Utilizzando tecnologie all’avanguardia che la NASA ha sviluppato e perfezionato in molti anni di missioni e programmi tecnologici, stiamo inaugurando un nuovo decennio di Venere per capire come un pianeta simile alla Terra possa diventare una serra. Non si tratta solo di capire l’evoluzione dei pianeti e l’abitabilità nel nostro sistema solare, ma di estendere oltre questi confini agli esopianeti, un’area di ricerca eccitante ed emergente per la NASA».
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