Napoletani scomparsi in Messico, arrivata la condanna
Napoletani scomparsi in Messico, condannati due dei tre poliziotti imputati per la loro “sparizione forzata”. La terza è ancora in fuga
Napoletani scomparsi in Messico: il caso aperto nel 2018 sta per avere una conclusione. O almeno così pare, dato che due dei tre poliziotti messicani indagati sono stati condannati. Il Tribunale dello Stato di Jalisco ha, infatti, emesso la sentenza contro i poliziotti Salomon Adrian Ramos Silva ed Emilio Martines Garcia dopo un processo durato dieci giorni.
Antonio Russo, Raffaele Russo e Vincenzo Cimmino erano spariti in Messico il 31 gennaio 2018. I loro familiari hanno denunciato la scomparsa e si sono affidati ad un team di avvocati che sono riusciti a far partire le indagini nel Paese.
Il figlio, fratello e cugino dei tre scomparsi, Francesco Russo, aveva fornito un racconto agli inquirenti e ai giudici che ha trovato riscontro. Quattro agenti della Polizia messicana avevano condotto Antonio Russo e Vincenzo Cimmino, giovani, per condurli al cartello criminale Càrtel Jalisco Nueva Generacion (CJNG) dietro compenso.
La verità sul caso
Secondo quanto riportato da ANSA, le intercettazioni ascoltate durante il dipartimento hanno collegato la scomparsa dei due giovani a Raffaele Russo, di cui si erano già perse le tracce prima del figlio e del nipote. Due dei quattro agenti hanno già ricevuto la condanna, e la pena sarà resa nota entro cinque giorni. Un altro, Fernando Hernandez Romero, è morto per cause non ancora chiarite e la quarta, Linda Guadalupe Arroyo, si è data alla fuga proprio ieri. Quando quest’ultima sarà catturata, i napoletani scomparsi in Messico avranno finalmente giustizia.
C’è ancora un altro obiettivo, però: sapere dove il cartello li ha portati e dove si trovano in questo momento gli uomini. “Le prove offerte in udienza hanno evidenziato oltre ogni ragionevole dubbio la responsabilità degli imputati, le circostanze della sparizione dei nostri tre connazionali sono state chiarite, la condanna, che giunge a distanza di tre anni dai fatti, rappresenta l’ultimo atto di questo importante processo, ma non siamo riusciti a sapere dove sono stati portati e dove si trovano Raffaele, Antonio e Vincenzo: era anche questo il nostro obiettivo” ha dichiarato l’avvocato Claudio Falleti.
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