Trombosi Astrazeneca: parla l’esperto. Continuano le indagini
Trombosi Astrazeneca: i due elementi sono davvero connessi tra loro? Parla un esperto ed intanto si continua a indagare…
Trombosi Astrazeneca: diversi Paesi, tra i quali Danimarca, Norvegia e Islanda, hanno momentaneamente interrotto la somministrazione del vaccino AstraZeneca, accusato di aver provato in alcuni pazienti una «attivazione coagulativa», altrimenti definita “trombosi”.
A intervenire sulla delicata questione è stato Raffaele Landolfi, docente di Medicina interna e direttore scientifico del Gemelli Training Center. Di seguito le sue dichiarazioni: «Una certa attivazione della coagulazione del sangue può essere infatti transitoriamente associata a fenomeni anche banali quali ad esempio una reazione infiammatoria o febbrile dopo la somministrazione di un vaccino. Tuttavia nel caso della Danimarca ci saranno sicuramente stati elementi di preoccupazione più significativi legati al fatto che l’attivazione coagulativa è stata verosimilmente importante e ha determinato manifestazioni cliniche quali ad esempio fenomeni di trombosi più o meno preoccupanti. Viene da pensare a trombosi venose, alle cosiddette flebiti per non parlare di trombosi più gravi quali infarti e ictus».
Indagini in Italia e chiarimenti dell’EMA
In Italia un uomo, un giovane militare, è deceduto l’altro ieri per arresto cardiaco nella sua abitazione. Il giorno prima aveva ricevuto il vaccino Astrazeneca, poi qualcosa è andato storto, ma si attende al momento l’esito dell’esame autoptico. In un altro caso, la vittima era deceduta a causa di un infarto intestinale.
Sulla delicata questione è intervenuta anche l’EMA, che ci ha tenuto a precisare che non esistono attualmente indicazioni che lascino pensare ai coaguli come diretta conseguenza della vaccinazione. Attualmente la sospensione riguarda esclusivamente la somministrazione di dosi appartenenti al lotto ABV2856 del vaccino AstraZeneca. A questo punto «è evidente che esiste un potenziale problema di sicurezza del vaccino AstraZeneca il cui uso nel mondo reale sembra evidenziare dei rischi che non erano emersi durante la fase di sperimentazione». E questo, secondo Landolfi che in Italia è tra i massimi esperti di alterazioni del sistema emostatico e nella prevenzione delle trombosi, «può accadere e può essere semplicemente una conseguenza del fatto che nel mondo reale il numero dei soggetti vaccinati è maggiore e quindi si manifestano associazioni “casuali” o vengono vaccinati anche soggetti con qualche tipo particolare di predisposizione a qualche effetto negativo».
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