7 Marzo 2021

Brusciano, sfiduciato il sindaco anticamorra Montanile

L’ormai ex sindaco di Brusciano Giuseppe Montanile è stato sfiduciato da 16 consiglieri su 18. Da martedì scorso è sotto scorta per le sue attività di lotta alla camorra

Giuseppe Montanile, ex carabiniere e ormai ex sindaco di Brusciano, è stato sfiduciato. Dal notaio si sono presentati 16 consiglieri su 18 per le dimissioni che hanno sancito la fine dell’esperienza amministrativa. Il prefetto di Napoli Marco Valentini ha, dunque, avviato la procedura di scioglimento del consiglio comunale e disposto il commissariamento del comune. Commissario prefettizio sarà il vice prefetto Roberto Esposito, già chiamato a svolgere il medesimo ruolo nella vicina Marigliano lo scorso agosto, in seguito all’arresto dell’ex sindaco Antonio Carpino.

Dei 16 consiglieri dimessisi, ben 6 facevano parte dello schieramento di centrosinistra che sosteneva il primo cittadino. Si tratta di Domenico Ruggiero, Vincenzo Cerciello, Domenico Piccolo, Antonio Di Palma, Antonio Sposito e Franca Falco. La maggioranza, inoltre, aveva già perso due componenti, passati all’opposizione poche settimane fa. Le motivazioni della sfiducia sono state messe nero su bianco: “Gestione centralizzata e autoritaria; incapacità di attuare un dialogo collaborativo e sinergico con le forze politiche del territorio“.

Montanile: l’ex sindaco anticamorra si trova sotto scorta

Resta da capire di quale “forze del territorio” si parli. Montanile, infatti, durante il suo mandato si è contraddistinto per la sua dura opposizione ai clan di camorra. Brusciano, infatti, si trova al centro fra l’area nolana e quella vesuviana, un territorio molto delicato sul fronte della tensione fra clan. L’ex sindaco, tra l’altro, è destinatario di una misura di vigilanza (una scorta), in seguito alle minacce ricevute da individui affiliati ai clan locali dopo la testimonianza rilasciata in favore dell’arma che ha permesso l’arresto di due pregiudicati che avevano sequestrato e picchiato una donna.

Giuseppe Montanile era stato vittima di minacce da parte dei clan anche durante la campagna elettorale che lo ha portato a vincere le elezioni nel 2018. Immediatamente dopo l’insediamento, convocò un consiglio comunale straordinario all’interno della 219, il rione popolare più volte finito al centro di operazioni di polizia. Proprio durante quel consiglio, come ricorda Montanile, si verificò un primo strappo. “Quando all’epoca – dichiara – dissi che volevo un Comune decamorrizzato, uno dei consiglieri che oggi mi ha sfiduciato si alzò e se ne andò“.

Mi hanno detto – prosegue – di essere sconcio e grezzotto. Forse lo sono stato quando ho azzerato il fenomeno dei parcheggiatori abusivi, quando ho preteso i controlli alle bancarelle durante la festa dei Gigli. Oppure quando ho messo le telecamere vere al posto di quelle finte. Quelle telecamere che hanno consentito ai carabinieri di individuare gli autori del sequestro di persona“.

Il caso Brusciano arriva a Roma

Intanto, il caso Brusciano è arrivato a Roma. A sollevare la questione è stato il deputato di Italia Viva Gennaro Migliore. “Deve esserci stata una manovra sotterranea – afferma l’onorevole – che ha indotto un pezzo della maggioranza a seguire l’opposizione, perché fino a qualche ora prima non era affatto evidente che ci fosse una polemica all’interno del gruppo che lo ha sostenuto. Ne ho già parlato con il Ministro dell’Interno – conclude – e Brusciano deve diventare un caso nazionale perché occorre stare al fianco di chi si batte per la legalità“.

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