Tribunale dei Minorenni, bimbo dichiarato adottabile. La madre: “ridatemi mio figlio”
Il Tribunale dei Minorenni di Napoli ha dichiarato adottabile un bambino ma la mamma Daniela Pellegrino, supplica “ridatemi mio figlio”
Daniela Pellegrino lotta da tre anni per riavere il suo bambino, che rischia di essere perso per sempre: “Il cuore di una mamma non ragiona, vi supplico ridatemi mio figlio”. Il Tribunale dei Minorenni di Napoli ha infatti tramite sentenza, dichiarato il piccolo, che vive in una casa famiglia, adottabile.
L’avvocato della donna, Giuseppe Alesci, giudica ingiusta la sentenza: “La vicenda è frutto delle indagini eseguite dai Servizi Sociali di Santa Maria Capua Vetere secondo cui il bambino viveva in uno stato di abbandono. Per gli assistenti il piccolo era anche vittima di presunti maltrattamenti, accuse però infondate e mai provate, e chiunque conosca la signora Pellegrino sa che è una madre attenta, premurosa amorevole e apprensiva”.
L’avvocato continua dichiarando che la sentenza di primo grado “è stata alquanto privata della sua naturale tenuta razionale perché non può accettarsi che il giudicante di primo grado abbia attribuito ancor prima del giudice penale la responsabilità penale in capo alla signora Pellegrino dei presunti maltrattamenti”.
Attacca poi il provvedimento che non consente alla nonna materna l’affido del nipote in quanto: “definita “non in grado di soddisfare i bisogni del nipote”, una valutazione frutto di appena tre incontri da me richiesti e concessi alla nonna, durati appena dieci minuti, neanche il tempo di un abbraccio”. La decisione, per Alesci, “lascia amareggiati, poiché separa duramente un bambino dai suoi affetti importanti e dall’amore di una madre senza alcun fondamento. Ma domani ci sarà il processo di Appello avverso la sentenza di primo grado e confido nella giustizia”.
La criminologa Antonella Formicola, che assiste la donna assieme all’avvocato è dello stesso parere: “mettere un minore in casa famiglia è un fatto che dovrebbe accadere molto raramente, solo in situazioni estremamente gravi. Dovrebbe essere un’eccezione e mai una regola. La casa famiglia è in alcuni casi fondamentale per il recupero del minore e del rapporto di genitorialità, ma la permanenza del minore in struttura dovrebbe concludersi in tempi brevissimi cercando sempre di restituirlo ai propri affetti alla fine del percorso”.
Conclude: “Confidiamo nella giustizia e nel buon senso di tutti gli operatori, certi e sicuri che ogni equivoco verrà chiarito e questa madre presto tornerà ad abbracciare il suo figliolo”.
Fonte: Anteprima24.
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