29 Gennaio 2021

20enne prova a suicidarsi: il padre riesce a salvarlo

Un 20enne prova a suicidarsi per ordine di un gioco: il padre riesce a salvarlo. Succede a Napoli

20enne prova a suicidarsi – In questi ultimi giorni, più volte, vi abbiamo raccontato di bambini, molto piccoli d’età, che si sono tolti la vita a causa di sfide social. Bambini lasciati davanti al pc o agli smartphone che si sono lasciati trasportare da un gioco e sono morti.

L’ultimo fatto di cronaca analogo è capitato a Napoli: il protagonista è un ragazzo di 20 anni, abbastanza maturo potremmo dire. Eppure anche lui è cascato nella trappola di questi giochi.

La famiglia, scrivono i colleghi de Il Mattino, parla di lui come un ragazzo serio e lavoratore ma che stava per uccidersi, lanciandosi nel vuoto, perché quel gioco gli aveva dato quell’ordine. Era una sfida con altri utenti.

Per sua fortuna è intervenuto a salvargli la vita il padre: l’uomo è rimasto anche ferito per proteggere suo figlio, non riportando però gravi danni. Ora il ragazzo è ricoverato ed è sedato.

Il parroco della zona Don Salvatore Cinque ha raccontato la storia con un post sul suo profilo facebook:”Un gioco è un gioco!

Ieri sera un giovane del nostro rione S. Gaetano Vincenzo, è stato salvato in tempo dal padre che tentava di lanciarsi giù solo perchè il gioco lo aveva detto. Il padre è all’ospedale per salvare il figlio cadendo per le scale. Possibile che un gioco che è occasione per divertirsi diventa un dramma? Ritorniamo a correre per le strade, giochiamo a pallone ritorniamo a giocare a nascondino, da piccolo la sera quando si tornava a casa si era felici e sporchi e qualche gamba sbucciata ma eravamo sereni. Rompete il gioco del web è pericoloso, il mio è un appello dopo aver ascoltato la mamma di Vincenzo e insieme diciamo: vegliate sui vostri figli e fategli chiudere i computer o telefonini se li vedete troppo presi, ritornate a parlare ai vostri figli a raccontarci. Un gioco è un gioco non può diventare una sfida della vita, un gioco finisce nel divertimento e non nel dramma”.

FONTE: Il Mattino

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