Coronavirus Napoli, troppi i morti in città. Il sindaco “Ci aspettano mesi di restrizioni”
Coronavirus Napoli, il sindaco De Magistris si dice preoccupato per l’elevato numero di decessi in città: “Ci attendono mesi di restrizioni”
Coronavirus Napoli – Preoccupa l’elevato numero di decessi nel capoluogo campano a causa del covid-19.
Seppur in linea con l’andamento nazionale, i numeri non tranquillizzano il primo cittadino partenopeo, Luigi de Magistris, che avverte: “Ci attendono ancora mesi duri“.
“Io sono molto preoccupato del numero di morti. Credo che a Napoli e in Campania sia molto alto e secondo me va tracciato anche con una maggiore attenzione. Potrebbero essere di più rispetto a quelli che ci vengono comunicati. Bisognerebbe anche capire come e dove muoiono, se a casa o in ospedale. Il tasso di mortalità è alto, quello di contagio non è basso, siamo in linea con la situazione che c’è nel Paese”.
Previsioni per i prossimi mesi? Non incoraggianti, ma realistiche:
“I mesi di gennaio, febbraio e marzo come sapevamo saranno tre mesi molto difficili. L’auspicio è che cominci a divenire efficace il vaccino. Mi auguro che la campagna vada avanti celermente in maniera un po’ più ordinata e organizzata“.
Servono, secondo De Magistris, pazienza e rigore: i prossimi mesi, infatti, necessiterann di ulteriori restrizioni importanti.
Speranze di tornare ad una qualche forma di normalità, o almeno di distensione?
“Credo che l’inizio della liberazione progressiva dalla pandemia cominci dalla primavera. Da lì si potrà misurare la rinascita di un Paese”.
Dinanzi al contagio, l’auspicio del sindaco – spesso entrato in estremo conflitto con il Presidente della Regione, Vincenzo De Luca – è quello di mettere da parte la conflittualità personale e viaggiare in un’unica direzione.
Ma poi affonda su Governo e Regioni e sulla linea intrapresa nella gestione del coronavirus:
“Dal Governo nazionale, di intesa con le Regioni, mi sarei aspettato una più capace convivenza col virus. Il balletto, la litania, le contraddizioni le ambiguità e l’inadeguatezza che si sono viste sulla scuola sono davvero incredibili. Lo testimonia la protesta degli studenti di ieri. Governo e Regioni ci hanno inchiodato a fare riunioni in prefettura anche nei giorni di Natale per questo, poi solo alcune Regioni hanno riaperto. Io credo che il diritto all’istruzione dovrebbe essere un diritto riconosciuto a tutti.”
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