Battaglia chi è il nuovo arcivescovo di Napoli
Monsignor Domenico Battaglia chi è il successore del cardinale Crescenzio Sepe alla guida dell’Arcidiocesi di Napoli
Monsignor Domenico Battaglia è il successore del cardinale Crescenzio Sepe alla guida dell’Arcidiocesi di Napoli, è stato vescovo della Diocesi di Cerreto Sannita-Telese-Sant’Agata de’ Goti in provincia di Benevento. 57 anni, di origini calabresi, nel beneventano dal 2016, ha una lunga esperienza a fianco delle fasce più disagiate, come presidente nazionale della Federazione Italiana delle Comunità Terapeutiche (FICT).
Don Mimmo, come ama farsi chiamare, è stato già ribattezzato il Bergoglio del Sud Italia per il suo essere rimasto, anche da vescovo, un autentico prete di strada.
Nel 2016 Bergoglio lo scelse come vescovo di Cerreto Sannita-Telese-Sant’Agata de’ Goti in Campania e in quattro anni di episcopato non ha mutato il suo essere un autentico prete vicino agli ultimi, in particolare ai tossicodipendenti a cui ha dedicato gran parte del suo sacerdozio in Calabria.
L’attenzione agli ultimi
L’attenzione e il coinvolgimento di monsignor Battaglia ai deboli e agli emarginati è sempre stato il primo obiettivo. A fianco dei tossicodipendenti, dal 1992 al 2016, guidando il “Centro Calabrese di Solidarietà”, struttura legata alle Comunità Terapeutiche (FICT) di don Mario Picchi di cui è stato presidente nazionale dal 2006 al 2015. Dal 2000 al 2006 monsignor Battaglia è stato inoltre vicepresidente della Fondazione Betania di Catanzaro (opera diocesana di assistenza-carità).
Lo sguardo di Papa Francesco si è posato su questo “prete di strada” amico di don Luigi Ciotti e di don Virginio Colmegna. Un uomo tutt’altro che carrierista, fuori da ogni tipo di
cordata, che non ha mai aspirato né all’episcopato, né a guidare la terza diocesi d’Italia. Un profilo che il Papa aveva individuato già sei mesi fa, con indagini approfondite commissionate sia alla nunziatura in Italia che le congregazioni per i vescovi e per la dottrina della fede. Indagini che hanno convinto il Papa, che conosce personalmente monsignor Battaglia, che fosse lui il pastore giusto per ridare slancio all’arcidiocesi di Napoli. Rilancio che Francesco vuole che avvenga sulla base del documento programmatico Evangelii gaudium nel quale afferma che preferisce <<una Chiesa accidentata, ferita e sporca per essere uscita per le strade, piuttosto che una Chiesa malata per la chiusura e la comodità di aggrapparsi alle proprie sicurezze>>.
Il neo arcivescovo di Napoli avrà il compito, innanzitutto, di ricucire il rapporto di paternità tra il vescovo e i suoi sacerdoti, tema molto caro al Papa.
Le dichiarazioni
Accorato il primo messaggio del nuovo Arcivescovo di Napoli che chiede alla sua nuova Comunità partenopea di <<confidare sempre nel dono della fraternità, della condivisione della vita e della fede”; di accoglierlo proprio come <<fratello che va tra fratelli>> in una città,<<tesoro del Sud>> in cui si spera e si lotta (fonte: Vatican News).
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