Turismo sessuale: Il lockdown non ferma gli italiani tra i primi in Europa
Turismo sessuale, ipocrisia tutta italiana – Il Lockdown non ha fermato gli italiani (80.000) che hanno optato per le mete più note
Turismo sessuale tra le ipocrisie tutte italiane – Sono circa 2.300.000 gli italiani che scelgono mete estere per le loro vacanze.
Di questi purtroppo c’è da segnalare che circa 80.000 hanno scelto mete note per il turismo sessuale e la prostituzione di minorenni e adulti.
I primi dati forniti ovviamente da confermare, mostrano come molti nostri concittadini aspettassero con impazienza la fine delle restrizioni per tornare in quelle mete conosciute, paesi che offrono a poco, baby-prostitute.
Ma non parleremo solo di uomini.
Degli 80.000 che hanno viaggiato, il 10% sono donne e sia chiaro, il discorso sui minorenni è identico.
Uno studio effettuato qualche tempo addietro da “ECPAT – End Child Prostitution in Asian Tourism (prostituzione nel turismo asiatico)”, che associa oltre 90 paesi che lottano contro lo sfruttamento sessuale dei minori, indica gli italiani come i migliori clienti di questo mercato.
L’aiutino delle agenzie turistiche
Il turismo sessuale, frutta ogni anno milioni di dollari, e solo in Italia sono 80.000 i cittadini che scelgono l’estero per sfogare repressione o patologie.
Questo aumento seppur in parte è dovuto anche all’aiuto di siti e agenzie turistiche che offrono pacchetti completi agli abituali e agli occasionali.
Turismo sessuale supportato anche dalla “maggiore età” che in alcuni paesi è tra i 15 e i 18 anni.
Nel mondo si contano circa 3.000.000 di turisti sessuali all’anno, dato segnalato dalla OMT Organizzazione Mondiale del Turismo.
Le mete preferite
Tra le mete preferite possiamo trovare i paesi del terzo mondo: non solo l’Asia (Thailandia, e Cambogia in testa, seguiti dal Vietnam) ma pure il Brasile, la Colombia, la Repubblica Dominicana, e diversi paesi dell’Africa.
Il giro di affari legato al turismo sessuale sembra essere inferiore solo a quello del commercio della droga e delle armi.
Il nostro Paese gode di un triste primato: è tra i primi sei Paesi, insieme a Francia, Germania, Regno Unito, Cina e Giappone, da cui partono ogni anno, i cosiddetti clienti.
Non è distante l’indagine de il fatto quotidiano che mostrava come in alcuni paesi dell’Africa non sia così difficile trovare per strada cartelli scritti in italiano che intimano di non toccare i bambini.
C’è da aggiungere che i dati annuali sono al ribasso perché sia le agenzie che i siti da cui si può organizzare il viaggio, riescono a camuffare totalmente la “tipologia” della vacanza che ci si appresta a fare.
Nell’ipocrisia tutta italiana che giustifica l’operato di personaggi come Montanelli, ancora non ci si riesce a rendere conto che oltre alla pedofilia e alla perversione, ci stiamo ancora imbattendo nel più classico dei colonialismi.
Il turismo sessuale nostrano, che colpisce giovani e bambini, è spesso infatti ricercato in Africa ed Europa dell’Est.
Ogni anno sono invece circa 8mila le donne italiane che si muovono alla ricerca di sesso a pagamento con minori.
Al contrario degli uomini che preferiscono rapporti sessuali con bambini sotto i 14 anni le donne privilegiano adolescenti kenyoti o caraibici.
I turisti pedofili rappresentano, tra quanti cercando di fare sesso con minori a pagamento, una fetta stimata intorno al 5%, abituali il 35%, occasionali il 65%. Con loro l’età delle giovani “prede” scende sotto i 12 anni.
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