Leggende di Napoli: la maledizione della Gaiola
La storia della Gaiola e della terribile maledizione che aleggia sull’isolotto: continua il viaggio alla scoperta delle leggende di Napoli
Sono tante le leggende di Napoli che riguardano personaggi sinistri, malefici e maledizioni. Una di queste ha a che fare proprio con uno dei luoghi più belli del territorio, la Gaiola.
La Gaiola è un piccolo isolotto del Golfo di Napoli sulle cui sponde sorge una splendida villa. Quest’ultima, nonostante il paesaggio molto caratteristico e affascinante, è disabitata da più di quarant’anni. Pare, infatti, che una terribile maledizione aleggi sull’intera area.
La storia della Gaiola inizia ai tempi dei romani, quando la villa fu costruita da un liberto di nome Publio Vedio Pollione. Nei pressi dell’abitazione sorgeva la scuola di magia di Virgilio, dove veniva insegnata anche la magia nera. Le leggende narrano che fu proprio uno degli allievi del poeta vatae a lanciare una maledizione a tutti gli abitanti dell’isolotto e della villa. Intenzionale o meno, il motivo dietro l’incantesimo restò ignoto.
Da allora, però, chiunque entri in possesso della villa va incontro a morte e rovina.
Nel 1871 Luigi Negri, fondatore della società italiana di pescicoltura, compra l’isolotto per poi rivenderlo l’anno successivo: la sua società fallì. Hans Braun, secondo proprietario della Gaiola, fu trovato morto, avvolto in un tappeto: il suo assassino non fu mai trovato. La sua vedova morì pochi mesi più tardi annegata in mare.
E la serie di sfortunati eventi non finisce qui.
Nel 1950 Maurice Sandoz, allora proprietario della piccola isola, morì suicida in un manicomio. Giovanni Agnelli comprò la Gaiola, per poi rivenderla subito a Paul Getty il cui figlio nel 1973 fu rapito dalla ‘ndrangheta. L’ultimo proprietario, Gianpasquale Grappone, fondatore della Lloyd Centauro, finì in galera, mentre la moglie Pasqualina Ottomeno, nello stesso periodo, morì in un incidente stradale.
Coincidenze e suggestioni? Forse.
A questi infausti episodi, però, bisogna aggiungere anche chi si trovava sull’isola solo di passaggio. Pare, infatti, che la maledizione della Gaiola non si abbatta solo sui suoi proprietari. Esemplare è la storia del capitano di vascello Gaspare Albenga, che nel 1911 fece incagliare nei pressi dell’isolotto la sua imbarcazione. O anche la morte improvvisa della marchesa Elena Von Parish spinta in mare da un cavo della teleferica nel 1926.
Le voci che l’isola fosse maledetta divennero sempre più “fondate”. Nessuno volle più acquistare la Gaiola, che divenne così proprietà della regione Campania.
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