Coronavirus, in Lombardia è il caos: “Non abbiamo mascherine!”
Dopo i casi di Coronavirus accertati a Codogno, centinaia di chiamate arrivano ai centralini degli ospedali per casi di febbre e dolori: “Non abbiamo mascherine per visitarli”
Nell’area lodigiana è il caos a causa del Coronavirus e i casi accertati di contagio di tre persone e altre 60 messe in quarantena.
I centralini degli ospedali sono in costante contatto con centinaia di persone che stanno chiamando a causa dei classici sintomi influenzali (che ricordiamo sono gli stessi provocati dal coronavirus), terrorizzati dal contagio.
Il presidente dell’Ordine dei Medici chirurghi e odontoiatri della provincia di Lodi Massimo Vajani, in un’intervista ad Adnkronos, dichiara che:
“Da questa mattina siamo bombardati dalla chiamate dei colleghi medici di famiglia che sono allarmati per i casi positivi di coronavirus e vogliono sapere che cosa devono fare.
Ora ad esempio devo andare a visitare una ragazza con febbre e non ho la mascherina, nessuno ci ha dotato di questi strumenti.
Ancora non so nulla di preciso quando ci fu il pericolo Sars furono distribuite anche a noi le mascherine.
Aspettiamo che qualcuno dalla prefettura ci convochi per capire il da farsi”.
Non uscite di casa! L’invito della Regione Lombardia
Intanto arriva l’invito a mezzo ufficiale e a scopo precauzionale, l’assessore al Welfare della Lombardia Giulio Gallera:
“Si invitano tutti i cittadini di Castiglione d’Adda e di Codogno, a scopo precauzionale, a rimanere in ambito domiciliare e ad evitare contatti sociali”
L’assessore ha chiesto a chi avverte sintomi influenzali di non andare in ospedale, ma chiamare il 112.
Per coloro che riscontrino sintomi influenzali o problemi respiratori l’indicazione perentoria è di non recarsi in pronto soccorso, ma di contattare direttamente il numero 112 che valuterà ogni singola situazione
e attiverà percorsi specifici per il trasporto nelle strutture sanitarie preposte oppure ad eseguire eventualmente i test necessari a domicilio.
È attiva da ieri sera, 20 febbraio, una task force regionale che sta operando in stretto contatto con il Ministero della Salute e con la Protezione Civile.
La maggior parte dei contatti delle persone risultate positive al coronavirus è stata individuata e sottoposta agli accertamenti e alle misure necessarie”
Leggi anche: Coronavirus, in quarantena 60 persone
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