Portici-Orientamento sessuale e identità di genere
Portici, sabato 11 presso la libreria Libridine sarà presentato il libro di Carmen Ferrara “Orientamento sessuale e identità di genere”
Portici, sabato 11 alle ore 17.30 presso la Libreria Libridine, Carmela Ferrara presenterà il suo libro “Orientamento sessuale e identità di genere, immigrazione e accoglienza”.
L’incontro sarà moderato dalla d.ssa Lilia Giugni, ricercatrice presso l’Università di Cambridge e direttrice del think tank GenPol – Gender & Policy Insights.
Interverranno alla presentazione Chiara Piccoli presidente di ALFI – Associazione Lesbica Femminista Italiana, per un approfondimento sulla visibilità delle donne lesbiche e bisessuali; l’avv. Marta Bonavolontà di Rete Lenford–Avvocatura per i diritti LGBT+ che parlerà dell’iter burocratico e legale per il riconoscimento dello status di rifugiato delle persone LGBT+.
Inoltre, è prevista la partecipazione di Paola Pizzo e Imma Carpiniello della Cooperativa Le Lazzarelle che illustreranno la condizione penitenziaria delle persone migranti LGBT+.
Tra gli ospiti sarà presente la d.ssa Giusy Di Lorenzo della UOC, Assistenza Consultoriale e medicina di Genere della ASL NA3, che illustrerà i servizi offerti dallo Sportello InConTra in apertura a Portici.
Chi è Carmela Ferrara
Carmela Ferrara, meglio conosciuta come Carmen, classe 1994, 25 anni, di cui 9 spesi come attivista in Arcigay | Associazione LGBTI italiana. Da due anni impegnata a livello Europeo in progetti Erasmus+ sul diversity management e la valorizzazione delle differenze in genere. Piccola ma tenace, simpatica ma anche permalosa, orgogliosamente neomelodica dentro, nel 2017 ha conseguito la laurea in Scienze Politiche e delle Relazioni Internazionali con la tesi pubblicata nel volume che sarà presentato Sabato 11 Gennaio 2020 alle 17,30 presso la Libreria Libridine di Portici.
L’evento
L’evento vuole essere l’occasione per rafforzare la rete territoriale di supporto alle persone richiedenti asilo per motivi di identità di genere e/o orientamento sessuale e arricchire il dibattito scientifico con contributi multidisciplinari. A partire da un’analisi geopolitica delle migrazioni di persone LGBT+ attraverso il Mediterraneo, si intende affrontare l’iter burocratico e legale per il riconoscimento dello status di rifugiato delle persone LGBT+, la (in)visibilità delle donne migranti lesbiche e bisessuali, la condizione penitenziaria delle persone omosessuali e transgender con background migratorio e i servizi offerti dal territorio per la popolazione LGBT+ immigrata.
Le interviste
Abbiamo avuto modo di sentire Carmen Ferrara cui abbiamo posto alcune domande.
Carmen, perché trasformare una tesi in un libro e cosa ti ha spinta a farlo?
<<La stesura della tesi è stata un momento bellissimo per me, l’argomento che trattavo era ancora poco o, direi, per nulla esplorato e la mia relatrice mi ha incoraggiata molto nella ricerca. Dopo la laurea ho avuto modo di svolgere delle ore di docenza nell’ambito di un progetto dell’Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali (UNAR) e ho rilevato una domanda di maggiore conoscenza sia da parte di chi opera nel settore dell’accoglienza dei rifugiati, sia dalla comunità LGBT+. Così ho deciso di fare della tesi un libro e di creare l’occasione per divulgare un tema e un approccio – quello intersezionale – di cui siamo ancora in pochi a parlarne e ahimè anche molto strumentalizzato>>
Cosa s’intende per approccio “intersezionale”?
<<L’intersezionalità è un termine molto abusato ultimamente e talvolta privo di significato. Qualora si adotti davvero un approccio intersezionale, però, l’azione politica diventa più efficace e forte. Adottare un approccio intersezionale vuol dire affrontare le questioni considerando l’intersezione di tutti i fattori che influenzano l’esistenza di un individuo. Nel momento in cui si parla di persone migranti LGBT+, ad esempio, variabili come la condizione economica e sociale, il genere, l’età, l’etnia, la nazionalità, la religione, le disabilità non agiscono separatamente nella definizione delle identità e la loro compresenza determina la necessità di leggerle nel punto di intersezione. Kimberlé Crenshaw, colei che ha coniato il termine, ne parla benissimo a proposito delle donne afroamericane in un Ted Talk intitolato “L’urgenza dell’intersezionalità”, di cui consiglio vivamente la visione>>.
Inoltre, all’evento ci saranno interventi mirati a dare una prospettiva poliedrica e un approccio interiezionale. Tra le ospiti presenti la Dr.ssa Giusy Di Lorenzo della UOC, Assistenza Consultoriale e medicina di Genere della ASL NA3, che illustrerà i servizi offerti dallo Sportello InConTra in apertura a Portici.
Dr.ssa, cosa significa e cosa rappresenta per lei lo sportello InConTra?
<<Significa stare In-sieme ,con le persone, Tra le persone. Rappresenta la libertà di essere o non essere. Rappresenta il luogo dove poter promuovere l’empowerment per valorizzare le esperienze e favorire esiti di vita positivi nella vita di adulti e adolescenti transgender e gender non-conforming o gender variant>>.
Perché Portici?
<<Perché le cose non succedono mai per caso. Una passeggiata, un incontro informale con la presidente della Cooperativa Shannara con cui stavo appunto parlando di un consultorio per persone transgender. Ricordo ancora che Anna mi disse “ Non puoi non aprirlo a Portici che ha una sua storia con la comunità LGBT+!”. Io lo proposi al direttore della UOC assistenza Consultoriale e Medicina di Genere della ASL NA3 il quale si incontrò con il Sindaco Cuomo per discutere sulle possibilità di realizzazione e da quel momento è cominciata l’avventura!>>.
Infine, abbiamo posto alcune domande ad Anna Schettini Presidente della Cooperativa Shannara, promotrice dell’iniziativa.
Sig.ra Schettini, quanto è importante per una cooperativa che lavora con adolescenti vulnerabili affrontare temi come l’orientamento sessuale e l’identità di genere?
<<L’adolescenza è una fase della vita molto delicata, durante la quale la presa di coscienza della propria identità sessuale inizia a strutturarsi. Con giovani e le giovani, perlopiù minori, che accogliamo nelle nostre strutture svolgiamo un lavoro affinché possano sentirsi accolti con le loro identità e possano crearsi una coscienza per essere delle persone adulte portatrici di buoni sentimenti e comportamenti. Il rispetto reciproco e delle regole condivise per noi comprende anche il contrasto ad ogni forma di discriminazione, quindi il razzismo come l’omofobia e la transfobia>>.
Perché organizzare un evento sull’immigrazione delle persone LGBTQ a Portici?
<<Prima di tutto perché Portici negli anni passati era e lo è tuttora una città che sa accogliere e che coglie le opportunità che la diversità ci offre. Che io ricordi, Portici non è mai stata scenario di atti di omofobia e/o transfobia. Promuovere un evento come questo, per noi rappresenta una attività di formazione e informazione importantissima perché è aperta al pubblico, è gratuita e le relatrici coinvolte sono in grado di destrutturare concetti accademici, che possono risultare difficili da capire, in parole più semplici e fruibili per i tanti che vogliono capire e/o avvicinarsi alla tematica dell’immigrazione e alle questioni LGBT+>>.
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