10 Agosto 2016

Tragedia a Napoli, poliziotto penitenziario si toglie la vita

napoli

Tragedia a Napoli, un poliziotto penitenziario di toglie la vita impiccandosi in casa dove viveva con la moglie e i figli

[ads1]

Un’ennessima tragedia si consuma in quel di Napoli questa volta la vittima è un poliziotto penitenziario di oltre 50 anni in servizio nel carcere di Poggioreale. Purtroppo l’uomo si è tolto la vita impiccandosi nella propria casa. Dimora anche della moglie e dei due figli

La triste notizie è stata riferita da Donato Capece, segretario generale del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria SAPPE. Si tratta del secondo episodio nell’arco di sole 24 ore: “Ieri si era ucciso un altro poliziotto penitenziario, originario di S. Maria Capua Vetere e in servizio nella Casa di Reclusione di Massa – ricorda Capece – e oggi la tragedia del collega di Napoli. Sono davvero sgomento”.

Il sindacato non ci vede chiaro ed avanza alcune tesi: “Certo, è luogo comune pensare che lo stress lavorativo sia appannaggio solamente delle persone fragili e indifese, mentre il fenomeno colpisce inevitabilmente anche quelle categorie di lavoratori che almeno nell’immaginario collettivo ne sarebbero esenti, ci riferiamo in modo particolare alle cosiddette ‘professioni di aiuto’, dove gli operatori sono costantemente esposti a situazioni di stress alle quali ognuno reagisce in base al ruolo ricoperto e alle specificità del gruppo di appartenenza”.

Capece cita come esempio “tutti coloro che nell’ambito dell’Amministrazione di appartenenza spesso si ritrovano soli con i loro vissuti, demotivati e sottoposti ad innumerevoli rischi e ad occuparsi di vari stati di disagio familiare, di problemi sociali di infanzia maltrattata ovvero tutto quel mondo della marginalità che ha bisogno, soprattutto, di un aiuto immediato sulla strada per sopravvivere”.

La conclusione

In conclusione: “L’Amministrazione Penitenziaria non può continuare a tergiversare su questa drammatica realtà  Non si può pensare di lavarsi la coscienza istituendo un numero di telefono – di Roma! – che può essere contattato da chi, in tutta Italia, si viene a trovare in una situazione personale di particolare disagio. Servono soluzioni concrete per il contrasto del disagio lavorativo del Personale di Polizia Penitenziaria.

Come anche hanno evidenziato autorevoli esperti del settore, è necessario strutturare un’apposita direzione medica della Polizia Penitenziaria, composta da medici e da psicologi impegnati a tutelare e promuovere la salute di tutti i dipendenti dell’Amministrazione Penitenziaria”

[ads2]