Sergio Assisi al Napoli Film Festival con “A Napoli non piove mai”
Questa mattina è stato proiettato in anteprima il primo lungometraggio diretto dal celebre attore napoletano Sergio Assisi, al cinema Metropolitan…
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“A Napoli non piove mai” è il titolo della pellicola diretta da Sergio Assisi, noto attore televisivo e cinematografico napoletano alle prese con la sua prima prova da regista. Il film è stato proiettato in anteprima assoluta questa mattina al Metropolitan, all’interno di un evento riservato agli addetti stampa (verrà proiettato per il pubblico questa sera, a partire dalle ore 21.10). Il film, prodotto da Quisquilie Production (di cui Sergio Assisi è membro fondatore), è una commedia leggera, fresca ed estremamente divertente sulle tradizioni, i luoghi comuni e le bellezze del territorio napoletano.
Protagonista del film, interpretato dall’attore stesso, è Barnaba, fotografo scapestrato di 40 anni, anzi 38, che vive ancora a casa dei genitori. Nei 90 minuti di film veniamo a conoscenza della sua vita, della sua devozione per San Gennaro, ma anche per altri santi, se serve. Ai santi l’uomo chiede soldi, fortuna e, all’arrivo di una giovane artista del Nord Italia, anche l’amore. Ed è l’amore il protagonista assoluto del film: l’amore che lega Barnaba e l’artista (Sonia, interpretata da una brava Valentina Corti), l’amore per l’arte della ragazza (affetta dalla sindrome di Stendhal, che la fa svenire alla visione di ogni capolavoro artistico), l’amore di Sergio Assisi per Napoli. Una Napoli descritta in tutti i suoi paesaggi (dal centro storico al mare di Mergellina, sino ad una delle ultime scene, ambientata a San Martino, nel quartiere Vomero), sapori, abitanti (spesso stereotipati, ma mai a tal punto da risultare banali) e tradizioni (memorabile la scena del “presepio” della Chiesa napoletana in cui la giovane artista si è recata in veste di restauratrice).
Una Napoli dove, come dice il titolo, non piove mai, perché, come dichiarato da Sergio Assisi, “anche quando piove il popolo napoletano si adatta per natura, e vede le cose buone anche lì dove non ce ne sono”. Il film è una commedia senza pretese, che vuole descrivere il lato scherzoso, leggero e solare della nostra città, e riteniamo che Sergio Assisi sia perfettamente riuscito nel suo intento.
Dopo la proiezione del film, il regista è intervenuto per rispondere alle domande degli interessati, accompagnato in sala dal produttore Angelo Bassi, di Mediterranea Productions, dai co-fondatori di Quisquilie, la production manager Lucilla De Rosa e Italo Piscicelli, insieme a diversi membri del cast (tra i quali Francesco Paolantoni, Ernesto Lama, Nunzia Schiano e Lucio Caizzi). Il film esce ufficialmente giovedì 1 ottobre, e verrà distribuito in 47 sale, sparse in tutta Italia. Ne approfittiamo per augurare un in bocca al lupo a Sergio Assisi e a tutta la sua crew!
A seguire le domande clou dell’intervista a Sergio Assisi (la prima è stata posta dal sottoscritto):
D: Ho apprezzato molto la dichiarazione d’amore alla storia, alle tradizioni, ai luoghi di Napoli presente nel film. C’è qualche riferimento a simboli e personaggi della cultura napoletana in esso?
R: Ci sono, innanzitutto, tantissimi rimandi a De Sica, a Nanni Loy, a Massimo Troisi, a Totò; a tutta la cultura con la quale io sono cresciuto. Una cultura bella che è un peccato perdere […] e quindi l’idea è quella di prendere quel seme buono e rimetterlo nella modernità e rimetterlo in circolo, e di far produrre altro. E ci sono anche simbologie molto più terra terra, ma mirate. Ad un certo punto, nel film, c’è un cartello dell’Onorevole Trombetta, un omaggio a Totò, Cosimo Trombetta. E pochi sanno che quel Trombetta era Andreotti, perché Totò in treno incontrò Andreotti e lo soprannominò Trombetta. […] E ci sono tante di quelle cose non dette, chi le coglie le coglie, chi non le coglie non le coglie. Ed è così il cinema, è anche inconscio.
D: Perché hai deciso di sperimentare come regista?
R: Ho sempre voluto fare il regista. Non trovo tanta differenza tra lo scrivere e il fare l’attore…l’importante è fare delle cose che ti piace fare. Mi sono buttato, perché nella vita a 40 anni ti devi buttare nelle cose […] e io l’ho fatto.
D: Non hai il timore che si possa cadere nel luogo comune descrivendo Napoli?
R: Nel mondo si parla di Napoli come un luogo comune […] ma Napoli è un luogo comune, un luogo famoso diventa luogo comune. […] È ovvio che ci siano degli stereotipi, ma sono stereotipi che fanno piacere, che attraggono. […] Ci sono registi neorealisti, che raccontano la malavita, ma io non sono un neorealista; posso dire che questo è il Meraviglioso mondo di Sergio.
Foto di Giuseppe Meccariello
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