17 Febbraio 2017

Il Napoli si chiude (di nuovo) in silenzio stampa

Dopo la polemica di mercoledì nel dopo-gara di Real Madrid – Napoli, la società azzurra decreta il silenzio stampa ad oltranza. Sarri non parlerà né prima né dopo la gara col Chievo. Il racconto di una escalation di follia giunta ad un ennesimo capitolo e che penalizza soltanto l’informazione

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Follia Napoli contro la stampa

A Napoli c’è un proverbio che dice che “Cchiù nera d’a mezzanotte nun po’ venì“.

Si tratta di una “pillola” di ottimismo, che i napoletani dicono quando le cose tutto intorno sembrano andare male.

Come a dire: “Peggio di così, non può andare“.

Da un lato, la frase nasconde tutto l’ottimismo di un popolo da sempre vessato, che ha sempre saputo trovare spunti per guardare con coraggio al futuro.

Quelli privi del sano ottimismo che contraddistingue i napoletani direbbero, invece, quasi fosse un leitmotiv quasi leopardiano, “Non c’è limite al peggio”.

Eppure, stavolta, proprio l’ottimista Napoli sembra trovarsi sul fronte opposto della barricata. Costretta a pensare pessimisticamente ad un futuro che fino a mercoledì scorso sembrava soltanto roseo.

Come sempre, c’è di mezzo la squadra di calcio, unico amore della Napoli azzurra, e croce e delizia di una intera città.

I fatti: mercoledì sera il Napoli va in campo a Madrid contro il Real. La squadra più forte del mondo, quella che ha alzato undici volte la Coppa dei Campioni. La squadra di Di Stéfano, Sanchez, Butragueno e, ultimamente, di Cristiano Ronaldo.

Gli azzurri perdono 3-1 giocando in maniera discreta, ma con le gambe che tremano.

Il Napoli non ha una storia vincente, né giocatori forti come quelli del Real.

Quando l’urna di Nyon ci ha associati alle merengues, qualcuno dalla Spagna disse che i blancos giocavano contro gli “Scarti del Real“. Quegli scarti erano Raul Albiol e José Maria Callejon, perché Gonzalo Higuain se n’è già andato a Torino.

Una polemica sensata?

Bisognerebbe festeggiare la presenza del Napoli sul tempio del calcio europeo. Sapere che pur da sconfitti 3-1 si poteva uscire dal Bernabéu con la testa alta. E invece no.

AdL secondo la rivista “Napolism”

Il presidente Aurelio de Laurentiis, che da tempo è probabilmente convinto che gli scudetti e le coppe si vincono con Grava e Aronica fatti rendere come Marcelo e Sergio Ramos, se la prende con il mister. Quella stessa sera, infatti, lo stesso presidente, ha ricordato qualcosa. E cioè che, qualche anno fa, con Mazzarri, si giocava a Londra con questi due.

Ora, nessuno nega al re dei cinepanettoni che Grava e Aronica giocarono meglio a Londra di quanto abbiano fatto a Madrid Zielinski e Mertens. Ma sottolineare che con Rog e Pavoletti le cose sarebbero cambiate, è una mazzata inutile contro mister Sarri. Il quale è stato il solo uomo capace di portare agli ottavi di Champions il suo Napoli.

Pago giocatori che non giocano”, ha detto il patron. Che si lamenta di pagare elementi che non giocano mai.

Qui ci sarebbe da chiedersi: ma la dirigenza si consulta col tecnico in sede di mercato? Oppure compra tanto per comprare? Si acquista con l’intento di migliorare o per far vedere che in estate si spende? Oppure si fa il mercato solo per mantenere bassi ingaggi e spese?

Se un giocatore non gioca, due sono le cose: o per il mister è inutile (vedi Gabbiadini) oppure è inadeguato a quella partita. Ci sarebbe una terza risposta, maligna, quella di chi direbbe che vi sono problemi nello spogliatoio e i non schierati sono in disaccordo con il tecnico.

Ovviamente non è quest’ultimo il caso del Napoli: gli azzurri sono stati una corazzata fino alla sera di Madrid. Prendono gol, questo è vero. Ma sono la squadra col miglior gioco in Europa. Almeno in questo momento.

Perché rompere un giocattolo che funziona?

AdL, con le sue chiacchiere, ha rovinato tutto. E forse ha svelato il suo volto reale. Il suo interesse sono i soldi e basta. Altri presidenti non si sarebbero lamentati di quanto hanno tirato fuori in estate. Specie perché Rog e Pavoletti non fanno nessuna differenza contro il Real Madrid. Il primo è giovane e deve crescere, il secondo non è entrato neanche negli schemi di Sarri.

Doveva applaudire il suo Napoli, invece, e riprenderlo più bonariamente. Capire che quando ti trovi di fronte un attacco che prende d’ingaggio i costi che lui spende per tutto il Napoli, le gambe possono tremare. Poteva dire che alcuni avrebbero potuto giocare meglio. Che abbiamo davvero rischiato l’imbarcata di gol. Ma non prendersela con tutti in questo modo.

Come se non bastasse, AdL, dopo essersi infilato i bastoni tra le ruote, è caduto. Poi, è fuggito a Los Angeles ad occuparsi di cinema. E ora si mette in silenzio stampa ad oltranza.

Sarri non parlerà né prima né dopo il Chievo e a pagare sarà solo la piccola informazione. Come noi, come tanti altri piccoli giornali che non hanno le risorse di Sky e Mediaset.

Ora i rapporti con Sarri, forse, sono irrimediabilmente rovinati. Forse anche con parte della tifoseria. Il giocattolo è stato rotto, forse, perché il presidente parla sempre e solo “a schiovere” (inultilmente e facendo danni, in napoletano).

Se Sarri lo abbandonerà, stavolta, non ce ne faremo una ragione. Non sarà come l’addio di Higuain, di Cavani o di Lavezzi, venduti per fare plusvalenza. Stavolta Sarri andrà via per la presunzione e la prosopopea di un solo uomo. Quel leader, Aurelio De Laurentiis, che si sente davvero salvatore di Napoli, ma è solo l’ennesimo dei Masanielli.

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