26 Gennaio 2017

Lutto nel mondo accademico napoletano: la storia di Gerardo Marotta

Gerardo Marotta

Il mondo della cultura, e della filosofia in particolare, perde un grande esponente. A quasi 90 anni, ci lascia Gerardo Marotta, fondatore dell’ Isituto Italiano per gli Studi Filosofici

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È morto Gerardo Marotta. Il «filosofo di Monte Echia» è deceduto alla clinica Hermitage di Napoli, stroncato da edema polmonare. L’avvocato, a Napoli lo chiamavano tutti così, avrebbe compiuto 90 anni il 27 aprile di quest’anno.

Nel 1975, incoraggiato dall’allora presidente dell’Accademia Nazionale dei Lincei Enrico Cerulli e da Elena Croce, figlia di Benedetto Croce, fondò a Palazzo Serra di Cassano l’Istituto Italiano per gli Studi Filosofici, diventato un crocevia della cultura filosofica europea.

LA SUA STORIA

Gerardo Marotta si è laureato in giurisprudenza con il massimo dei voti all’Università degli Studi di Napoli “Federico II”, presentando una tesi in filosofia del diritto dal titolo La concezione dello Stato nel pensiero della filosofia tedesca e nella sinistra hegeliana.

In seguito si è interessato presto di storia, letteratura e filosofia, avvicinandosi dapprima all’Istituto Italiano per gli Studi Storici fondato da Benedetto Croce, poi fondando l’associazione Cultura Nuova che diresse fino al 1953 organizzando manifestazioni e conferenze rivolte ai giovani che richiamarono tutte le più grandi personalità della cultura Italiana.

Nel 1975, incoraggiato dagli auspici dell’allora Presidente dell’Accademia Nazionale dei Lincei Enrico Cerulli, della Sig.ra Elena Croce, figlia del celebre filosofo, del prof. Pietro Piovani e del prof. Giovanni Pugliese Carratelli, fondò a Napoli l’Istituto Italiano per gli Studi Filosofici, del quale è stato Presidente fino alla morte..

Marotta ha donato, all’Istituto Italiano per gli Studi Filosofici, la propria biblioteca personale, con una dotazione di oltre 300.000 volumi frutto di trent’anni di appassionata ricerca.

Marotta ha dedicato tutta la sua vita a un’impresa straordinaria, riuscendo a fare della sua Scuola un’accademia internazionale sul modello di quelle di Vienna, Weimar, San Pietroburgo, e forse anche migliore secondo l’Unesco, che l’ha giudicata «un’esperienza senza eguali al mondo».

Le attività dell’Istituto napoletano, nel tempo, non hanno riguardato soltanto la filosofia e la storia, ma anche la storia dell’arte, le scienze, l’architettura, l’urbanistica e l’assetto del territorio, la storia e la teoria economica, la letteratura, la psicologia, la medicina, la fisica e la matematica. Tutti i più grandi nomi della cultura internazionale hanno conosciuto Marotta — Hans-George Gadamer, Jean Starobinski, Karl Popper, Carlo Rubbia, Ilya Prigogine, Eugenio Garin, Jürgen Habermas, Renato Dulbecco, Jacques Derrida, per citarne solo alcuni. E tutti lo hanno non solo apprezzato, ma hanno anche lavorato con lui e lo hanno sostenuto nella impari battaglia che egli ha dovuto condurre negli ultimi dieci anni della sua vita, quando l’Istituto è sprofondato nei debiti perché non sono stati più erogati i previsti finanziamenti pubblici a causa di tagli indiscriminati alla spesa e di colpevoli ritardi burocratici.

CAMERA ARDENTE

Venerdì dalle 9 alle 19 si terrà la camera ardente a Palazzo Serra di Cassano. Sabato alle 12, sempre nella sede dell’Istituto italiano Studi filosofici, si terranno, invece, i funerali. Per quella giornata è stato anche proclamato il lutto cittadino dal sindaco di Napoli Luigi de Magistris, che ha affermato: “La città perde un grande uomo, stimato in tutto il mondo, soprattutto per la sua instancabile guida dell’Istituto. Io perdo anche un amico. Gerardo era un profondo pensatore libero, un filosofo acuto e sensibile”.

IL CORDOGLIO DELLE CARICHE DELLO STATO

Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha espresso in una nota il suo cordoglio per la scomparsa di Gerardo Marotta, ricordandone “la passione meridionalista e l’impegno generoso per la diffusione del sapere e la preservazione del patrimonio culturale del Paese“.  Anche il Presidente del Consiglio Paolo Gentiloni ha affermato: “Un dolore enorme per Napoli e per l’Italia“. Il premier ha ricordato “la generosità e la passione civile di un intellettuale europeo, innamorato del pensiero“.

Esprimo sincero cordoglio – dichiara il ministro per i beni e le attività culturali e del turismo, Dario Franceschiniper un protagonista della cultura partenopea che ha sempre operato con acume, intelligenza e spirito critico per alimentare la scintilla della curiosità, della ricerca e dello studio nella vita della sua città e dell’Italia intera“.

Con la scomparsa di Marotta, il nostro Paese perde un fine intellettuale, un instancabile organizzatore culturale, un meridionalista capace di fare di Napoli e della napoletanità il sale di una forte passione civile di portata nazionale“. Così il ministro per la Coesione territoriale e il Mezzogiorno Claudio De Vincenti.

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