8 Febbraio 2016

Licola e il sogno infranto di Angelo Greco

La denuncia, attraverso gli scatti di Angelo Greco, dello stato del litorale di Licola. Un lavoro per sensibilizzare cittadina e classe politica

[ads1] Il progetto fotografico di Angelo Greco, “Licola il sogno infranto”, 16 scatti in bianco e  nero in mostra sabato e domenica scorsi  al Palazzo Migliaresi di Pozzuoli, esprime una certa volontà sociale e politica di riporre attenzione su questo lembo di spiaggia. Un percorso visivo di profonda denuncia su una bellezza deturpata, così come parla l’autore, e con l’obiettivo di ritrovare la bellezza di un luogo.

Citando Marc Augè potremmo definire il lavoro fotografico di Greco, come la scoperta di Licola di un non-luogo, laddove i fantasmi dei lidi abbandonati, descrivono un luogo onirico da dove però bisogna aprire gli occhi dal sogno. “Far rinascere Licola” continua Greco- “ e riqualificare una zona di mare, di solitudine. Nelle parole di Matilde Iaccarino, che si è ispirata alle foto per scrivere un breve racconto, da quella spiaglicola 1gia, prende le mosse un racconto al femminile, sulla solitudine di una bambola abbandonata sulla rena, turbata e mancante.

Il progetto fotografico di Greco auspica a diventare itinerante anche se per adesso è stato esposto nella sola Pozzuoli. Angelo Greco, classe 1978,  si occupa da 7 anni di fotografia cui destina un ruolo prevalentemente di denuncia “Il ruolo della fotografia è denunciare”-dice Greco, “ perché sia possibile scuotere le coscienze sui fatti. Ma non fotografo l’orrore, collaboro come giornalista con Cronaca Flegrea ma non ho mai ritratto neanche una persona che piangesse.”

È il fattore sensibile che sembra guidare Angelo Greco nella sua scelta stilistica, asciutta, che si lascia incantare dal fascino di una terra di confine in cerca di una nuova identità.

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