28 Settembre 2015

La regista Danco apre il Napoli Film Festival con N-Capace

Regista

Il Napoli Film Festival apre i battenti con il lungomentraggio N-Capace, un film d’autore della regista Eleonora Danco. Un mix caotico che narra la vita

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La prima giornata del Napoli Film Festival ha aperto i battenti con Parole di Cinema (presso il cinema Metropolitan), momento in cui i presenti hanno potuto incontrare la regista e scrittrice di teatro Eleonara Danco. Subito è seguita la proiezione di 80′ del film N-Capace. Non è stato difficile comprendere sin da subito che il lungometraggio avrebbe avuto un enorme impatto emotivo sul pubblico visto il forte significato che ha trasmesso. In primis la regista si concentra sulle singole storie di adolescenti e anziani facendo un confronto, così, tra il presente e il passato, tra il nuovo e il vecchio. Non solo, anche forte contrapposizione fra uomini e donne di diversa estrazione sociale. Invece la location (le scene so state girate fra Terracina e Testaccio) ha contribuito nel comunicare il profondo significato su cui la Danco voleva porre l’accento. La regista si è posta l’obiettivo di narrare la vita sotto ogni aspetto provando a raccogliere, spesso, la genuinità degli attori nonchè la loro sottile ironia alle volte grezza ma efficace.

Fattore su cui è possibile soffermarsi riguarda la maturità degli adolescenti protagonisti del film. Elemento da non sottovalutare poichè la società moderna spesso si trova a confronto con giovanissimi molto infantili. Impressionante è anche la sensibilità che colpisce di questi ragazzi quando parlano dell’amore e della credenza in Dio. Altro fattore che non passa inosservato è il ruolo marginale della scuola nella vita di questi adolescenti i quali spesso lavorano senza mai diplomarsi o, sorridendo, raccontano di essere stati bocciati anche quattro volte. Sembra quasi che la regista abbia voluto denunciare la difficoltà che il paese incontra quotidianamente nell’acculturare i giovani.

Col passare dei minuti l’ironia diventa più sottile ma sempre più triste, una sintesi della società italiana sempre più in decadenza. Altro elemento, non molto evidente ma da non sottovalutare, è il poco attaccamento alla politica da parte dei giovani. “Per me possono anche ammazzarsi tutti“, questa la risposta di un giovanissimo alla domanda della regista “Chi voteresti”. Un elemento triste è la sessualità della gioventù moderna sempre più precoce, infatti alcuni adolescenti raccontano di aver dato il loro primo bacio all’età di 11 anni e chi di aver perduto la verginità a 13. Il sesso è un altro fattore su cui si concentra la regista Danco.

Invece per quanto riguarda la società anziana l’accento è stato posto sul termine solitudine sopratutto quando la regista intervista il padre. Un elemento comune quasi in tutti gli uomini e donne avanti con l’età. Un’altra cosa in comune riguarda la poca credenza nell’al di là o in Dio: “I miracoli li fai tu che sei vivo non Dio” questa l’affermazione di un anziano signore in un’intervista durante il film. Infine la regista torna all’amore ma omossessuale e colpisce la risposta di una ragazza di 17 anni quando parla della sua fidanzata “è bella e dolce, quando la vedo mi rincretinisco“. Così da evidenziare quanto l’amore non abbia sesso, razza o religione. La regista chiude il suo film sottolineando la sofferenza di una vita di una donna costretta a subire i soprusi della matrigna in giovane età e le violenza del marito.

Insomma il Napoli Film Festival apre i battenti con un ottimo film d’autore diretto da una regista navigata nel mondo dello spettacolo. In più il film nasce circa 10 anni fa, dopo la scomparsa della madre della Danco. Infatti spesso viene utilizzato il termine “mamma” nel lungometraggio. Insomma un mix caotico di elementi che caratterizzano la vita di tutti i giorni. Un mix che nel suo caos ha un ordine preciso.

Foto di Federica Crispo

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