1 Luglio 2015

La metropolitana? È nata a Napoli nel 1883!

Cumana

metropolitana

La tratta Montesanto-Terme Patamia, della ferrovia cumana, è il più antico tratto di una ferrovia metropolitana italiana

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In Italia, quando ci si domanda in che anno ha visto la luce la prima ferrovia metropolitana, si risponde solitamente che essa isale al 1955, quando a Roma venne inaugurata l’attuale linea B della metro capitolina, quella che parte dalla stazione Laurentina e sbocca in due diramazioni: quella di Rebibbia a Ponte Mammolo e quella di Jonio a Monte Sacro.

In realtà, ed ecco che la cosa potrebbe sorprendere, la prima linea metropolitana d’Italia esisteva già da ben settant’anni, a patto di intenderla come una linea ferroviaria che conduceva i passeggeri da da una parte all’altra della stessa città.

Il primato spetta ancora una volta alla città di Napoli, che già dal 3 ottobre del 1839, praticamente appena ventiquattro anni dopo la sconfitta della Grande Armée di Napoleone Bonaparte a Waterloo, poteva vantare un moderno collegamento su rotaia fra le città di Napoli e di Portici. Nel capoluogo campano, infatti, nel 1889 venne inaugurata la prima linea metropolitana che dalla Stazione di Montesanto conduceva fino alle Terme di Patamia, solo pochi chilometri ad Est dell’odierno capolinea della ferrovia cumana, che è la stazione di Torregaveta.

Per arrivare alla costruzione effettiva della ferrovia ci vollero comunque circa sei anni, perché in realtà la Società per le Ferrovie Napoletane aveva già visto la luce nel 1883, costituita a Roma da alcuni soci belgi provenienti da Bruxelles. Questi ultimi ottennero poi l’appalto per la costruzione di questo primo tratto della ferrovia, la cui progettazione fu affidata all’ingegnere napoletano Giulio Cesare Melisurgo.

Melisurgo, di origini greche (si chiamava infatti Giulio Cesare Melisurgo di Melissenos) era figlio dell’ingegnere greco Emmanuele e studiò a lungo a Parigi, dove si specializzò in ingegneria ferroviaria, progettò la ferrovia in modo che essa non permettesse solo di raggiungere due punti della stessa città, ma tentando di incentivare il cammino su ferro anche per le popolari stazioni balneari della zona occidentale di Napoli.

Il successo fu tale che i primi biglietti vennero venduti con l’accesso alla spiaggia e con pranzo in riva al mare, oltre alla possibilità per i viaggiatori di usufruire di escursioni e visite guidate nelle zone circostanti il mare. Nondimeno, Melisurgo divenuto celebre nel suo campo, fu scelto dopo pochi anni come progettista di un ‘altra importante linea ferroviaria meridionale, la Bari-Foggia.

Napoli si conferma quindi come una città fra le più all’avanguardia della penisola italiana, non solo nel campo ferroviario ma anche nel campo delle “special offers“.

Mentre il paese era alle prese con le difficoltà dei primi anni dell’unificazione, il capoluogo campano poteva permettersi il lusso di essere tra le prime città al mondo nelle quali si praticava il concetto dell’all-inclusive, oggi molto popolare come formula vacanziera in tutto il mondo.

Per quanto riguarda il nome Cumana, infine, diciamo che non lo inventò nessuno. Esso si affermò in onore della mitica Sibilla che in quelle zone aveva scelto di risiedere, in un ancor più mitico nascondiglio all’ombra del sole e in riva al mare. E poiché proprio lì la prima ferrovia metropolitana aveva il suo capolinea, il nome resto.

Oggi, quasi duecento anni dopo, esso ancora ricorda romanticamente quel pezzo di terra di incomparabile bellezza che solo Napoli e la costa flegrea potevano offrire, insieme al mito della “bella stagione“.

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