17 Gennaio 2016

Il Napoli saluta e se ne va…

Il Napoli è una macchina quasi perfetta, una specie di sciame che si muove in maniera armonica, uno stormo di rondoni che si difendono e attaccano simulando cangianti forme geometriche  

[ads1] In qualunque maniera finirà questa stagione, potremo dire di aver assistito ad uno dei Napoli più belli mai visti dal 1926.

La squadra di Sarri batte il Sassuolo e allunga in classifica. Nel pomeriggio l’Inter frana contro una bella Atalanta e solo le prodezze di un fuoriclasse assoluto come Handanovic le permettono di non perdere la seconda partita consecutiva nel giro di una settimana.

Aspettando la Juventus, impegnata oggi contro l’Udinese, il Napoli si ritrova a +4 sull’Inter e a +5 sulla Juve. Il che significa che, comunque andranno le cose, resterà primo, ancora.

È un Napoli stupendo quello visto contro il Sassuolo. La squadra di Di Francesco gioca bene, sfrontata, come la posizione di classifica le compete, e crea numerosi problemi ai Partenopei. Passa persino in vantaggio, pronti via ed è calcio di rigore. Eppure il Napoli di questa stagione non si scompone mai, che vinca o che perda, gioca sempre allo stesso modo, in casa e fuori. E’ una macchina quasi perfetta, una specie di sciame che si muove in maniera armonica, uno stormo di rondoni che si difendono e attaccano simulando cangianti forme geometriche.

In qualunque maniera finirà questa stagione, potremo dire di aver assistito ad uno dei Napoli più belli mai visti dal 1926. Era importante vincere, si trattava, principalmente, di dimostrare che stavolta non ci sarebbe stato nessun capogiro, nessun mancamento, come era capitato contro il Bologna. il Napoli di Sarri cresce, migliora il poco ancora migliorabile e non dimentica tutto quello che di buono ha fatto fino a questo momento.

Si sblocca Callejon, finalmente, se ricomincia a segnare come negli anni scorsi, l’ala azzurra diventerebbe un giocatore stratosferico. Come straordinario è già Gonzalo Higuaìn, 20 goal in 20 partite, ormai ne segna due alla volta. Gli avversari lo studiano, provano ad ingabbiarlo, ma da grande fuoriclasse, il Pipita, riesce sempre a sfuggirgli, ad inventarsi movimenti imprevedibili e goal da cineteca.

Interessante è vedere e rivedere il primo gol in cui disorienta l’avversario con movimenti continui. Impossibile riuscire a capire dove andrà, il povero Acerbi se lo ritrova, in fine, alle spalle, pronto a buttarla dentro.

Quello che fa l’argentino, come fa apparire tutto così maledettamente semplice, è questo ad essere davvero sbalorditivo. Per il resto una partita davvero bella, come non se ne vedono spesso in seria A.

Il Sassuolo avrebbe potuto anche pareggiare, ha avuto le sue occasioni, ma il Napoli è stato più forte, non resta molto altro da dire.

La serata sarà ricordata ancora per due cose: l’uscita pazza di Pepe Reina, si era ancora sul parziale di 2 a 1, lo spagnolo esce alto, con i piedi, il rilancio viene deviato, il pallone viene recuperato da un avversario sui venticinque metri, qualsiasi altro portiere sarebbe corso nuovamente tra i pali, per cercare di recuperare la posizione, invece Reina, in piena trans agonistica, si fionda anche sul secondo avversario, in tackle, senza nemmeno commettere fallo.

Qualcosa che sta a metà tra la follìa di Higuita e la cattiveria agonistica del Gattuso del cielo azzurro sopra Berlino.

La seconda è lo stadio pieno che canta “Un giorno all’improvviso”, con la squadra che si attarda per festeggiare, tutti a pensare a Boban, ai commentatori televisivi cui la gioia di questa gente sembra sempre fuoriluogo; Higuaìn che rimane, da solo, con i tifosi, canta pure lui. Non è Maradona, certo, sarà che pure lui è argentino, però certe volte gli somiglia davvero tanto…

[ads2]