14 Settembre 2017

Come sarebbe finita se… I 5 periodi ipotetici di Shaktar Napoli

Champions League: Ucraina amara per gli azzurri. Sconfitta di misura a Kharkiv, ma tanti rammarichi. Come sarebbe finita se…I 5 PERIODI IPOTETICI DI SHAKTAR NAPOLI

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Battesimo Champions da dimenticare per gli azzurri, che vengono sconfitti dallo Shaktar di Paulo Fonseca per 2-1. Lecito però chiedersi: come sarebbe finita se..

1)Sarri avesse fatto scelte diverse a centrocampo: Il mister rinuncia ad Allan e Jorginho, affidando le chiavi del centrocampo ai giovanissimi Diawara e Zielinski, lanciati dal 1′ minuto accanto a Marek Hamsik. Il risultato è deludente: il capitano è purtroppo il calciatore visto nelle ultime gare, Diawara fa poco o nulla in fase di interdizione, Piotr non si vede quasi mai. In tanti a chiedersi: con un Hamsik così, come fai a riunciare alla visione di gioco di Jorginho? Perché lasciare in panca un Allan così in forma fino al 67simo?

2) Mertens avesse giocato dal primo minuto: Il folletto belga entra e semina il panico nella retroguardia avversaria: si procura il calcio di rigore che consente a Milik di accorciare le distanze e si presenta più volte dinanzi alla porta di Pyatov. Con lui il Napoli cresce, spinge e sfiora più volte il gol del pareggio. Ma cosa ci faceva Dries in panchina?

3) La difesa avesse fatto i giusti movimenti: Inutile focalizzare l’attenzione esclusivamente sull’uscita a vuoto di Reina in occasione del raddoppio avversario: dov’erano Koulibaly e Ghoulam? Chi stavano marcando? Il portierone azzurro ha le sue colpe, certo, che vanno però condivise con i compagni di reparto che ieri hanno pasticciato un po’ troppo. Si salva soltanto Albiol.

4) Milik non avesse sbagliato a tu per tu con Pyatov: Arek la spara in curva e sciupa una ghiotta occasione per pareggiare i conti.

5) La squadra avesse mostrato i denti agli avversari anche prima della lite tra Fred e Insigne: la partita si infuoca, e non soltanto in termini di gioco. Scintille ripetute tra gli azzurri e i padroni di casa: fallacci, crampi ripetuti, perdite di tempo. I minuti finali di Shaktar Napoli sono un crescendo di nervosismo e alta tensione: quando si dice “l’esperienza conta”.

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