9 Dicembre 2016

Caso Fortuna, la mamma non crede alle violenze

Domenica Guardato, la mamma di Fortuna

Fortuna

Domenica Guardato, la mamma della piccola Fortuna Loffredo, non crede alle violenze sessuali perpetrate sulla figlia. Ma il perito del tribunale racconta: “Trovati traumi inauditi sul corpo della bimba”

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Domenica Guardato, la mamma della piccola Fortuna Loffredo, non crede alla storia delle violenze sessuali sulla figlia.

Fortuna

Fortuna Loffredo

Chicca parlava“, ha dichiarato la donna, “Ma non ha mai detto niente a me, alle maestre, alle assistenti sociali. Mi parlava di bruciori, allora andammo da una dottoressa. Lei mi diede una pomata senza visitarla. Non credo alle violenze sessuali, e l’unico errore che è stato fatto è stato nominare un perito per l’autopsia“.

Le dichiarazioni della Guardato sono state rese nel corso dell’udienza del processo sull’omicidio della figlia, lanciata nel vuoto il 24 giugno 2014 al Parco IACP di Caivano.

La donna ha ripercorso tutti i momenti, precedenti e successivi alla morte di Fortuna, e ha collocato gli imputati Caputo e Fabozzi al Sesto piano del palazzo. La Guardato ha parlato anche di un litigio con la Fabozzi poco prima della caduta di Chicca, e ha chiarito i suoi rapporti con i suoi ex compagni.

Le parole della Guardato risultano comunque smentite dalle dichiarazioni del perito del tribunale, Giuseppe Saggese.

Saggese, ginecologo di parte che ha preso parte all’esame sul corpo di Fortuna, ha infatti dichiarato di aver riscontrato “traumi cronici che dopo decine di anni di lavoro ho visto solo tre volte“.

Raccapriccianti anche i particolari dell’esame autoptico: rilevate gravissime lesioni allo scheletro e agli organi interni.

Intanto, la procura esclude che le ferite possano essere ricondotte a normali danni dovuti al lavaggio della bimba.

Rilevanti anche le osservazioni della psicologa che ha tenuto in terapia l’amica del cuore di Fortuna. “La verità sui fatti del Parco Verde sta nei disegni della bimba. Il suo disagio è fortissimo e si manifesta quando la creatura raffigura occhi senza pupille. Il segno di un vissuto sessuale inconfessabile“.

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